I Protagonisti

 

 

 

MARIO MALANCA

Mario Malanca : fondatore nato il 21 01 2019

Fondatore della Malanca Motori rappresenta un chiaro esempio di quella che fu la classe imprenditoriale che caratterizzò l'Italia del primo dopoguerra.

Imprenditori “fattisi da sè”, contando su quella che era la loro voglia di fare, spinti dall'ambizione e sostenuti dalla capacità di dare forma e concretezza a quelli che erano i loro obbiettivi.

Non dotato di specifiche competenze nel settore motoristico seppe circondarsi di tecnici e collaboratori capaci e affidabili, con i quali affrontare un mercato in continua e rapida evoluzione.

Dalla produzione di semplici componenti per cicli e motocicli, seppe realizzare e commercializzare nel giro di pochi il suo primo modello, sebbene inizialmente motorizzato da un Franco Morini  il passo per arrivare ad un proprio motore fu breve , trasformando così la Malanca da una ditta di assemblaggio ad vero e proprio produttore di motocicli. Obbiettivo raggiunto da ben poche altre aziende in quel tempo.

Di carattere determinato e ambizioso, sapeva trattare con le persone e riconoscerne il valore, non esitando a premiarne i meriti e i risultati. 

Sempre aperto a possibili innovazioni e miglioramenti ma anche pronto a stroncare soluzioni fantasione o inaffidabili, riteneva indispensabile che le sue moto fossero innanzitutto affidabili, meglio se nella meccanica sovradimensionate.

"La leggenda narra" che venne sottoposto un motore bicilindrico 125 cc opportunamente modificato a Mario Malanca da parte di un tecnico esterno all'azienda, che sosteneva aver apportato notevoli miglioramenti al progetto originale. Ricevuto il tecnico nel suo ufficio Mario Malanca una volta esaminato il motore  espresse il suo parere in merito lanciando il propulsore modificato  fuori dalla finestra. La finestra pare fosse chiusa. 

 

Il Fondatore della Malanca Motori - Mario Malanca ed il pilota Otello Buscherini

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MARCO MALANCA

Marco Malanca : figlio e braccio destro del fondatore nato il 20 11 1954

Diploma di scuola media superiore, perito industriale, percorrerà tutta la linea produttiva della Malanca, lavorerà in tutti i reparti dell'Azienda sin da giovanissimo, affrontando un duro apprendistato sotto la guida del padre, operando anche all'esterno accompagnando i rappresentati nelle loro visite presso i concessionari.

Subentrerà a pieno titolo nella gestione operativa dal 1978, realizzando la sua prima creatura il GTI80 125 cc in colorazione JPS.

Affronterà il decennio 1980 con grande determinazione, occupandosi della ristrutturazione della linea produttiva, automatizzando i processi, e sviluppando il motore nato nel 1973.

Sotto la sua direzione il bicilindrico Malanca raggiungerà il primato prestazionale per le moto di produzione di serie, distaccando pesantemente qualsiasi prodotto della concorrenza.

Ricordiamo al riguardo uno delle moto più ambite dai giovani nel corso degli anni 80 il Malanca OB One Rancing.

Non conoscerà purtroppo la produzione di serie l'ultima opera di Marco Malanca l'OB One III, una moto estremamente innovativa, in ogni sua componente capace di ben 32 CV alla ruota.

Rimarrà infatti allo stato di prototipo benchè già pronto per la produzione di serie.

Rispetto al padre Mario uomo dal grande talento imprenditoriale abilissimo  nel cogliere le opportunità e attento a trovare il giusto equilbrio nel dosare risorse ed investimenti in stretto rapporto al risultato economico ottenibile, Marco era sicuramente più "tecnico", più legato al prodotto motocicletta.

Che non vedeva esclusivamente come articolo da proporre sul mercato in stretto rapporto con quanto già offriva la concorrenza cercando di batterla sul prezzo e offrendo anche un qualche cosina di più. 

La sua strategia industriale era più netta e anche più coraggiosa, la sua visione del mercato più ampia.

Non riteneva infatti più possibile incentrare la produzione esclusivamente sul binomio 50 cc - 125 cc. Considerava indispensabile entrare nelle cilindrate medio piccole riposizionando la produzione sulle cilindrate da 250 - 350 e se si fosse dimostrato opportuno arrivare sino alla 400 cc.

Questa diversa visione emerge immediatamente osservando le sue realizzazioni dal 1980 in avanti. Migliorato velocemente il progetto del 125 ereditato  dal padre lavorando su motore e ciclistica e ottenendo così il Gti125/80, passò alla realizzazione ex novo di quella che doveva essere la moto del nuovo corso. 

L'Ob One sin dalla sua prima versione si mostrò come  una moto adulta, e ciò nonostante i suoi 125 cc. Le prestazioni del motore, paragonabili al tempo a quelle di una 250, se non addirittura di certe 350 quattro tempi. 

La ciclistica e l'impostazione generale del mezzo, ora in grado di accogliere comodamente sia il pilota che il passeggero, l'ampio e protettivo cupolino, il raffreddamento a liquido a garanzia del mantenimento di  medie elevate in tutta tranquillità, il perferzionamento del motore lavorando sul raggiungimento della migliore affidabilità unita alla già robusta meccanica, denotarono inequivocabilmente un'ambizione che andava ben oltre ad un prodotto destinato al solo svago dei sedicenni.

La realizzazione già nella prima metà degli anni 80 di quella che si potrebbe ora definire una delle prime enduro moderne a vocazione principalmente stradale, ma se necessario anche in grado di affrontare l'off road. Potente motore bicilindrico, ciclistica ben dimensionata comoda per due, capacità di carico, e come già per l'Ob One grande piacere di guida. Nell'84 venne presentata  "la Desert", modello ancora più potente e ambizioso del Mark prima versione.

Marco Malanca credeva fortemente che per sostenersi nel settore motociclistico non si potesse più solo puntare sulla produzione di massa che aveva caratterizzato il mercato fino alla fine degli anni 70, limitandosi a proporre  prodotti che ben figurasse rispetto alla concorrenza. Ma al contrario riteneva indispensabile ottenere l'eccellenza, considerava una priorità assoluta e imprescindibile lottare per mantenere il prodotto ai vertici.

Era convinto  che il cliente tipo dai 16 anni in su non si accontetasse ormai più di un mezzo di trasporto e divertimento, ma cercasse ormai un'identificazione con la moto e con ciò che il marchio impresso sul serbatoio rappresentava e di conseguenza trasmetteva.

L'Ob One III ne è la dimostrazione più concreta, Marco Malanca già dai primi anni 80 intuiva l'arrivo di quella che presto sarebbe stata definita l'età d'oro ed irripetibile dei 125 cc. Fenomeno unico nel panorama internazionale che infiammò la passione di tutta una generazione di giovani motociclisti e non solo.

Marco Malanca  assieme a Ermanno degli Esposti uno dei più valenti tecnici del Reparto Corse della  Malanca Motori

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