MALANCA MOTORI

La Malanca Motori nasce nell'immediato dopoguerra grazie a Mario Malanca classe 1919, più precisamente 21 gennaio 1919.

Matura le prime esperienze lavorative presso la Sapiem ditta del Bolognese specializzata nella realizzazione di ascensori, per passare poi alla Ducati con la qualifica di tornitore

Nel dopoguerra Mario Malanca affronta le prime esperienze imprenditoriali con una piccola officina realizzata in località Funivia di Casalecchio. Tirata letteralmente su  di notte con l'aiuto di alcuni muratori, in modo da accelerare i tempi di costruzione e ridurre gli impedimenti burocratici.

Parte dei macchinari necessari alla produzione erano stati a suo tempo  recuperati da Mario Malanca nel corso di un bombardamento durante la guerra per essere poi riadattati e rimessi nuovamente in funzione

E tutto ciò la dice lunga sulla determinazione del fondatore. 

In questa prima officina dove al piano superiore era tra l'altro posta l'abitazione inizia a realizzare su commissione componenti per biciclette e motocicli, riceve sin dall'inizio  un'importante commessa  dal suo ex datore di lavoro, la Ducati, che affidò alla Malanca la realizzazione dei mozzi per il ciclomotore "Cucciolo".

Nel 1956 assembla il primo motociclo con il marchio Malanca, motorizzato da un Franco Morini porterà un nome ispirato alla seconda figlia "Niki".

Da questo primo modello ha inizio l'avventura dalla Malanca prima come assemblatrice e poi come costruttrice di motocicli.

Nel 1960 l'attività si trasferisce nel nuovo stabilimento di Pontecchio Marconi, un'unità prodottiva all'avanguardia e nella quale si predispone già un reparto per l'assemblaggio dei motori. Nel 62 nascono infatti  in primi motori realizzati direttamente dalla Malanca a 2 o 3 marce.

Il mercato accoglie bene i modelli proposti dalla Malanca che si caratterizzano sia per la qualità costruttiva che la robustezza oltre che per prezzi di acquisto del tutto popolari. 

Oltre che al mercato nazionale la produzione Malanca si rivolgerà anche all'Europa, dove troverà buoni riscontri in  Francia, Germania, Svizzera, Olanda e Belgio. Modelli di ciclomotori Malanca furono inoltre esportati in Asia, Medio Oriente e America.

Nella seconda parte degli anni 60 si compiranno alcuni passi decisivi, da un punto di vista produttivo si perfezioneranno i motori esistenti e si realizzerà il 5 Marce. Quest'ultimo si caratterizzerà per la modernità delle concezioni progettuali  per le prestazioni di vertice altre che per la grande robustezza. Sempre di questo periodo è la messa in produzione di quello che diverrà poi il motociclo simbolo della Malanca , il mitico "TestaRossa". 

Altro passo importante sul finire degli anni 60 sarà la partecipazione della Malanca al mondo delle competizioni, inizialmente appongiandosi al Team Villa per poi proseguire allestendo all'interno dell'Azienda un proprio reparto corse.

In questo periodo arriveranno in azienda collaboratori di spessore come Giuliano Mazzini, che assieme ad altri validi tecnici quali Ermanno degli Esposti, Vegetti Marcello il collaudatore Belletti Renato oltre che a piloti destinati a lasciare il segno come Otello Buscherini, porteranno il Marchio Malanca ai vertici del settore.

I successi nelle competizioni saranno rilevanti dal 1969 a 1976, anno che segnerà il ritiro dalle gare da parte della Malanca a seguito della tragica fine del pilota Otello Buscherini rimasto vittima di un incidente mortale alla guida di una Yamaha il 16 maggio 1976 durante il Gran Premio delle Nazioni al Mugello.

Tornando alla produzione di serie gli anni 70 si aprono con nuove ambizioni, si passa alla cilindrata superiore 125cc. Il debutto avverà nel 1974 con una bicilindrica due tempi denominata "125 E2C" a cui si affiancherà nel 76 la cilindrata 150. 

Le bicilindriche due tempi raccoglieranno grande interesse nei giovani per la bella estetica le soluzioni all'avanguardia come i tre freni a disco, e le brillanti prestazioni. Resterà indimenticato l'avvincente suono allo scarico del bicilindrico.

Negli anni 80 il mercato si fa più esigente e la Malanca ora condotta dal figlio del fondatore Marco Malanca realizza una nuova versione del bicilindrico nato nei prima anni 70, ed ora dotato del raffreddamento a liquido. Equipaggerà una nuova serie di motocicli denominati OB One, in ricordo del pilota simbolo della Malanca Otello Buscherini.

L'OB One nelle varie versioni si caratterizzerà per le prestazioni di vertice, irraggiungibile per la concorrenza.

Lo stesso motore andrà anche ad equipaggiare quella che resterà l'unica enduro 125 bicilindrica il Mark, moto che anticipava il concetto di enduro ad uso principalmente stradale e di grande abitabilità, comoda anche in due e adatta ai lunghi trasferimenti stradali.

Nel 1986 a seguito di decisioni prettamente familiari l'Azienda sospese l'attività.